Kurayami

In assalto della scelta etica di un vegano.

In seguito alla visione del documentario The Game Changers di Netflix e alle numerosissime critiche sull'aspetto “scientifico” (o che si spaccia tale) di questo, mi è tornato dopo parecchio tempo l’hype sull'argomento Vegan.

Ho sempre suddiviso la questione Vegan in tre livelli differenti: C’è il vegano più superficiale, in cui rientra quello preso in esame nel documentario, che vede in questa dieta un beneficio (che non esiste, perlomeno non rispetto a una dieta ottimale di stampo onnivoro), giustificato principalmente da fonti parziali, argomentazioni contraddittorie e nozioni pseudoscientifiche; Il vegano ambientalista che vive del motto “la dieta vegana è l’azione con maggiore impatto che una singola persona può compiere per tutelare l’ambiente” (Un mito, per funzionare deve essere un lavoro di gruppo (non si evita di uccidere una mucca solo perché un singolo individuo non si compra un pezzetto di carne) e se è di gruppo ci sono numerose azioni più proficue per salvare l’ambiente, fra cui anche il solo manifestare per fare pressione politica.) e infine il vegano etico.

Tre tipologie di Vegani elencati con un certo criterio: salutista > ambientalista > etico. (fesso > esagerato > lecito). Il primo si è costruito un mito pseudoscientifico pari a chi vuole curarsi da un tumore mangiando minestrone per una settimana, il secondo si giustifica la propria scelta ingrandendo il reale impatto che questa ha sull'ambiente e infine l’ultimo... che fa una scelta legittima.

Una scelta legittima, che io considero quella meno solida. Paradossalmente questa argomentazione è l’unica che non posso condividere in quanto mentre il problema del salutista e dell'ambientalista riguarda l'infondatezza delle loro argomentazioni, che se avessero riscontro appoggerei, il vegano etico presenta un problema concettuale.

Mai e poi mai sarò un vegano per etica.

Il mio problema con l’etica vegana? L’umanizzazione dell’animale. Il vedere l’animale come quel gatto o quel cane che ti girano per casa e che richiedono le tue attenzioni solo per mangiare e fare i bisogni, pronti a ricompensarti con il loro affetto. Un cane che salva la vita a un essere umano è la prova di quanto queste creature siano preziose e altruiste, un uomo che lascia il cane in macchina ci ricorda di come la razza umana meriti di estinguersi.

Esiste una fallacia che piace tanto a un certo tipo di Vegano Etico che è il Reductio ad Hitlerum (“Hitler ha agito così quindi chiunque agisca in maniera simile non può che essere in tutto e per tutto uguale a Hitler”) che viene fuori ogni volta che si vuole paragonare gli allevamenti ai campi di concentramento.

Ricordarci di quando consideravamo e trattavamo le persone di colore alla stregua di animali, delle discriminazioni che hanno subito e di come un giorno anche gli altri animali riceveranno la stessa liberazione.

Il problema è che con questo discorso gli uomini di colore sono tornati nuovamente allo stesso livello degli altri animali, solo che invece di tenerli nel loro gruppo abbiamo portato quest’ultimi sul nostro stesso piano. Il fatto che ci siano di mezzo anche i bianchi non cambia assolutamente il problema di fondo.

Problema che ne porta un secondo, quello dell’ipocrisia: siamo al loro stesso livello ma allo stesso tempo non possiamo comportarci come gli animali che siamo, non possiamo uccidere per gioco e nemmeno per cibarci, non possiamo stuprare, mangiarci i nostri figli e fare tutte le porcate che fanno gli altri animali, nonostante pretendiamo di essere tutti allo stesso livello. Siamo animali di servizio, spettatori, che tutelano gli altri animali mentre ci flagelliamo perché non ci meritiamo di stare di fronte a tali grandiosità. L’animale è diventata la creatura della Natura prendendo connotati quasi fiabeschi se non religiosi.

Ma veramente tutto questo ha senso?

Per quale motivo per un certo periodo storico non consideravamo gli Africani (perlomeno una categoria di questi) come esseri umani ma pari agli altri animali? La stessa discriminazione di allora avviene anche in confronto alle altre specie di animali?

La risposta è l’ignoranza. Non abbiamo sbagliato a considerare quelle persone come specie inferiori per la sola esistenza di quella dinamica, ma perché semplicemente non avevamo idea che fossimo tutti della stessa specie. Questo è stato il nostro unico e vero errore.

Ogni essere umano è in grado di stipulare un contratto sociale con i suoi pari. Siamo in grado di rapportarci con ogni società che siamo in grado di erigere, in quanto abbiamo tutti gli strumenti sociali necessari per farlo. Possiamo comunicare fra di noi, comprenderci a vicenda e costruirci, per l’appunto, una società in cui vivere. Essere civili. Provate a fare lo stesso con un cane, un orso o un elefante, provate a metterlo seriamente alla pari con un qualsiasi altro essere umano. Come cittadino e non come schiavo (il vostro animale da compagnia). Promuovete le loro aspirazioni se sanno comunicarvele, dategli i loro diritti se sanno pretenderli e fateceli votare se sanno esprimere le loro opinioni politiche. Provate a far comprendere a loro le nostre leggi, a permetterci uno scambio culturale, a farli lavorare e pagare le tasse. Non siete in grado di farlo? Beh, vi capisco, ma avete appena dimostrato che esseri umani e gli altri animali di questo pianeta non sono allo stesso livello.

In questo contesto c’è veramente differenza fra l’allevarli per ucciderli oppure osservarli da un satellite mentre vivono la loro breve e feroce vita nella natura? Non hanno alcun mezzo per comprendere questa dinamica, qualsiasi decisione che prendiamo sarà un’imposizione, senza differenze a livello di violenza.

Molti a questo punto potrebbero mettere in campo le persone autistiche o con problemi di varia natura (facendo l’occhiolino a Hitler) e altri ancora potrebbero parlare di come degli ipotetici alieni (che probabilmente non vedremmo mai, la nostra specie si estinguerà prima) potrebbero invaderci e usarci come noi usiamo gli animali del nostro pianeta, perché troppo stupidi rispetto a loro (e quindi avremmo mancanze equivalenti a quelle che io ci vedo fra noi e le altre specie di animali).

Sapete che dico? No. Ho parlato proprio per questo di contratto sociale. L’autistico è un essere umano e come tale sono gli esseri umani a decidere di come occuparsi dei membri più svantaggiati della propria specie e se mai entreremo in contatto con una specie aliena, loro decideranno come comportarsi dei loro elementi più sfortunati, senza imporre la nostra etica a loro. E sia chiaro, nel caso ci considereranno animali, nello stesso modo in cui noi consideriamo attualmente animali le specie diverse dall’essere umano... tranquilli, ci sterminerebbero anche se fossimo vegani e vi dirò di più, nessuna specie è in grado di allargarsi senza sterminarne le specie che ha attorno, quindi per il solo fatto di avere di fronte una civiltà in grado di navigare nello spazio dovrebbe farci intuire quanto tale specie sarebbe ipocrita se decidesse di ucciderci soltanto perché uccidiamo gli altri animali del nostro pianeta.

In conclusione:

Ritengo che il vegano etico abbia una visione distorta e idealizzata della natura che ben poco ha a che fare con la realtà. Si tratta quasi di una forma di religione dove il sacro è l’incontaminato e il peccatore è l’uomo per il solo fatto di essere in grado di interagire consciamente con il mondo che lo circonda. Con queste premesse, il vegano etico è una posizione che trovo ridicola.