Kurayami

Il femminismo e l'ipocrisia che ostenta ignoranza.

Nel “magico mondo di internet” esiste una breve lista di argomenti che, se affrontati, permettono di osservare un'improvvisa irrazionalità di massa. Nata dalla paura o dall'ipocrisia, tale irrazionalità produce come materiale di scarto un'abnorme montagna di ignoranza, pronta per essere studiata.

L'argomento della lista che tratterò oggi è il Femminismo.


La prima cosa che mi viene in mente quando penso al Femminismo è la sua somiglianza con il Comunismo; una persona comune quando parla di femminismo ha in mente ciò che tale movimento gli mostra mentre quando il femminista parla di femminismo ha in mente ciò che tale movimento dichiara.

«Ma quello non è il vero Femminismo.», disse il femminista. La somiglianza si conclude nel momento in cui il Comunista condanna il regime Russo e la Corea del Nord mentre il femminista... continua a spargere odio e pregiudizio facendosi scudo con gli ideali del femminismo.

Da fuori si potrebbe concludere che, essendo presente un'evidente contraddizione, quello non può essere considerato femminismo ma bisogna tenere ben presente che il femminismo è prima di tutto un gruppo sociale. Non è tanto diverso dall'affermarsi cristiani, animalisti, ambientalisti, vegani e quant'altro, una volta scelta un'etichetta, una volta che si entra all'interno di una bolla, non si può far altro che constatare come spesso sono i rappresentanti più estremi quelli che rappresentano meglio gli ideali di un gruppo.

Quella che nasce come contraddizione diventa coerente nella visione più estremista di un dato gruppo: se l'uomo uccide impunemente gli animali come Hitler faceva con gli Ebrei, l'uomo diventa qualcosa di molto peggiore dell'animale, qualcuno a cui si potrebbe pure augurare la morte, la stessa reazione che molte persone di oggi potrebbero avere verso i nazisti (Identificandoli automaticamente con i campi di concentramento, anche quelli che di questi non ne sapevano nulla.).

Aspettate, ritenete che abbia detto qualcosa di orribile nell'affermare che non tutti i nazisti erano “nazisti”? Se la risposta è no molto probabilmente sei un fascista che vota Salvini.

Una reazione di pancia che qualcuno potrebbe giustificare con frasi come “Una persona di estrema destra, populista e misogina non si metterebbe mai fare le pulci su un'argomentazione progressista e/o di sinistra, quindi perché mai dovrei comportarmi diversamente?”

In quest'ultimo riquadro ho mostrato ciò che io vivo con il femminismo, una persona che si abbassa al livello del suo ipotetico nemico e che etichetta chi non gradisce il suo comportamento come parte della fazione nemica. Un mondo in bianco e nero dove si è femministi o “agenti del patriarcato” (cit. cimdrp).

L'eteropatriarcato (che alla fine include il patriarcato e l'essere eteronormochicazzoseloricorda) e la supremazia bianca sembrano quasi un modo per condannare chi non fa parte di una minoranza la cui unica colpa è, per l'appunto, non essere nato in un dato modo, per qualcosa che non si sono scelti loro.

Lo sentite il paradosso? Ma loro sono i “nazisti” quindi possiamo comportarci come “nazisti” nei loro confronti e a chi non piace questo modo di fare significa che è dalla parte del “nazisti”.

Tutto questo è accompagnato da una visione praticamente complottista del mondo. Io comprendo il ruolo che può avere un ambiente su una persona ma non si può gridare slogan come Patriarcato e White supremacy a ogni cazzata; tale comportamento nel migliore dei casi spinge le persone a identificare questi individui problematici come parte dei “SJW” mentre nella peggiore crea empatia verso le ideologie di destra/estrema-destra.

Poi magari qualche Femminista meno ipocrita di altri affermerà implicitamente che i SJW sono femministi effettivi e nulla di diverso e affermerà che chi invece fa questa distinzione è un Fascista.

Esistono ovviamente anche esempi di femministi che si discostano completamente da questi comportamenti, ma essi o sono femministi per via traverse (un Umanista che si dichiara anche Femminista, quindi è un Umanista ed è Femminista da Umanista.) oppure è antisessista. Nello stesso modo in cui io mi ci vedo meglio fra gli Atei Razionali che fra gli Atei generali e non potrò mai negare il fatto che identificarsi semplicemente come Ateo non vuol dire non credere in cazzate come il paranormale o in un ipotetico mondo sovrannaturale. Sono conscio dei lati più estremi della mia fazione e si, mi stanno comunque simpatici. (Nichilisti, atei razionali, antiteisti e tutto quell'ambiente li.)

Questo è come vedo io il Femminismo e per questo motivo sono convinto che a causa delle proprie colpe (di un'ideologia, quindi di qualcosa che si sceglie di aderire) il femminista debba fare come il Comunista, prima di aprire bocca dovrebbe dissociarsi da ciò che la propria ideologia ha mostrato al mondo. In alternativa si può aderire agli stessi principi sotto un altro nome, secondo un altro modo di pensare, per esempio quello dell'antisessismo.


Femminismo nella pratica: [In perenne costruzione…]