Kurayami

This is my porn.

Per chi conosce il retroscena, questa è letteramente una scena di stupro.

Sono sempre stato un fan delle opere di Yoko Taro fin dai tempi del primo Drakengard ma mai mi sarei aspettato che sarebbe riuscito a far apprezzare a un pubblico occidentale un'opera del genere. Ho sentito molti critici lodarlo per averci infilato il nome di qualche filosofo, altri l'hanno criticato perché i riferimenti alle religioni abramitiche risultano banali per chi vive in un contesto fortemente cattolico. Ma pochi si sono soffermati su quello che a parer mio è l'elemento principe di quest'opera: Il sesso.

Quello che gli androidi provano quando uccidono è eccitazione sessuale. Quello che avviene quando 9S penetra con la spada 2B è nei fatti un rapporto sessuale. Non lo trovate comico per un occidente ancora così timido nei confronti del sesso che l'unico prodotto di massa che lo contiene è un prodotto che ha trasformato l'omicidio in atto sessuale? Good job Taro, good job.


Lasciamo 9S alla sua pubertà e parliamo di me e del mio orientamento sessuale.

Ho preso coscienza del sesso molto più tardi dei miei coetanei ma ho sempre avuto un'attrattiva verso determinate dinamiche su cui poi si è formato il mio orientamento sessuale. In principio mi sono considerato omosessuale, in quanto i soggetti a cui prestavo attenzione erano del mio stesso sesso, poi ho esteso i miei interessi al sesso opposto finendo per identificarmi come bisessuale.

Avanzando con l'età ho iniziato a vedere spuntare orientamenti sessuali da tutte le parti: pansessuali, asessuali, demisessuali, polisessuali e anche coppie aperte che per qualche strano motivo hanno voluto considerarsi un orientamento sessuale a se stante (i poliamorosi). Una vera e propria invasione di etichette che hanno iniziato a far provocare un senso di nausea e di perdita di valore nel momento in cui si è arrivati a constatare il fenomeno della sessualità fluida. Se dobbiamo parlare di "specie umana", nello stesso modo in cui affermiamo di essere una specie onnivora, dovremmo affermare che siamo una specie dalla sessualità fluida.

Siamo una specie dotata di un cervello plastico e questo comporta che anche la nostra sessualità sia altrettanto plastica. In seguito a questo fatto e in seguito a questa moda, probabilmente pure temporanea, di etichettare ogni aspetto della nostra sessualità e dei nostri comportamenti potremmo paradossalmente affermare che l'eterosessualità, l'omosessualità e pure la bisessualità in realtà nemmeno esistono.

Esagero? Per eterosessualità si intende l'attrazione verso il sesso opposto. Se prendiamo questa definizione come veritiera dovremmo aspettarci che un maschio eterosessuale non si ecciterà mai di fronte a un altro maschio indipendentemente dal suo aspetto.

Oppure mi sbaglio?

Non sarebbe meglio affermare che chi si identifica in un dato orientamento sessuale non è altro che una persona che rientra in un determinato range? Sono eterosessuale in quanto le mie preferenze appartengono per la maggior parte a persone del mio sesso opposto e nemmeno a tutte queste.

Partendo da questo presupposto, perché mi sono identificato come bisessuale? Perché avevo preferenze che ben si adattavano allo stereotipo di entrambi i generi sessuali, prima indirizzati verso di me e verso chi mi era simile (quando mi identificavo come omosessuale) e successivamente estendendole al genere opposto.

Come conseguenza di ciò ho deciso che non mi identificherò più attraverso l'etichetta di un dato orientamento sessuale, che a parer mio banalizza le proprie preferenze e che in modo quasi malato ci spinge poi a seguire i binari che ci siamo scelti, ma piuttosto descriverò quelle che sono le mie attuali perversioni.

Quindi in sintesi, qual'è la mia preferenza che contraddistingue la mia sessualità?

Beh, mi pare di averlo già fatto intendere: Io sono un 9S. Che si parli di ragazzi muscolosi che se ne vanno in giro a torso nudo o di ragazze magre dal seno non troppo esagerato appena coperte da un velo che mi aspettano sopra a un letto, la mia preferenza, il mio feticcio, quell'elemento il cui solo pensiero mi indurisce... un lamento soffocante, una corda che tende, i muscoli delle gambe e delle braccia che si agitano mentre un collo si stringe. Il feticcio della morte.

Non credo di appartenere a una categoria a cui presunte comunità LGBTQ+ sarebbero ben felici di inglobare, visto per di più che hanno ancora problemi a tutelare i pedofili, quelli che non hanno ancora commesso alcun reato e che vorrebbero vivere in una società dove possono andare tranquillamente da uno psicologo senza venire giudicati in caso di necessità, per il fatto che non sono ancora riusciti a dissipare la propaganda diffamatoria a opera dei cristiani su una presunta correlazione fra omosessualità, malattie e atti di pedofilia.

Ma mi va bene così.

C'è più libertà nell'essere degli invisibili che nell'essere al centro dell'attenzione.