Kurayami

Il voto e il suo ruolo nella valutazione di un videogioco.

In questi giorni ho seguito una manciata di video su YouTube che mettevano in discussione il voto nella valutazione di un opera videoludica concentrandosi su una comune discordanza fra il voto e la recensione scritta, nonostante fosse una sintesi di quest'ultima. Se la recensione è positiva il voto deve essere altrettanto positivo, viceversa se la recensione è negativa altrettanto deve essere il voto. Un voto che rappresenta la recensione; una sua assenza diventa un atto di codardia e una sua discordanza del paraculismo. Ma siamo veramente sicuri che sia questo ciò che deve rappresentare un voto?

Non prendiamoci in giro: le persone che guardano al voto non sono le stesse che si leggono la recensione, i primi al massimo si fermano al titolo e idealmente sanno già di che opera si sta parlando. Sono curiosi sul voto proprio perché conoscono già l'opera, non per niente il voto è l'elemento che genera scandalo.

Siamo veramente felici di comunicare questo con il nostro voto? Renderlo un motivo di flame da una parte e una spinta alle vendite dall'altra, renderlo di fatto uno strumento a mero scopo di lucro che non aggiunge nulla alla recensione, che non ne invoglia la lettura e che verrà usato per scopi che esulano dalla recensione stessa; che a sua volta sarebbe da considerarsi un opera creativa a se stante dove l'autore mette parte di se stesso, racconta di se e delle sue esperienze rendendolo un prodotto godibile.

In virtù di questo ritengo che anche il voto debba essere un prodotto a se stante, deve trasmettere un'informazione concreta a chi ne fa uso e deve funzionare nel contesto in cui verrà nei fatti utilizzato. Il voto deve interfacciarsi a chi quell'opera la conosce già, attraverso le proprie esperienze, della recensione o dalle pubblicità e deve comunicare qualcosa di utile al lettore. Sono dell'idea che il voto, che influenza le vendite e spesso pure gli stipendi di chi produce queste opere, debba rappresentare la capacità che hanno avuto gli autori nel costruire ciò che avevano messo su carta. Un voto che non invecchia. Un voto che non discrimina sulla base del budget o dalla fama, un voto che ha senso da utilizzare come media, un voto che premia il rispetto verso il consumatore (in quanto una pubblicità ingannevole andrebbe a influire negativamente sul voto), che premia la realizzazione di un'idea e che incentiva la comunicazione e l'approfondimento.

Leggo un voto e so cosa mi rappresenta, mi da nei fatti un'informazione. Se positivo: Il prodotto non inganna, ti da quello che ti ha promesso e anche di più.

Un voto del genere ci permetterebbe di non dar più peso a degli eventuali paragoni, in quanto il voto riguarda il rapporto fra l'autore e l'opera mentre per conoscere il rapporto fra l'opera e il critico ci si legge la recensione. Il voto perde il suo ruolo di eco per diventare qualcosa di più concreto.