Kurayami

Pensieri su Elden Ring.

Come videogiocatore interessato alle opere videoludiche non ho potuto fare a meno di tuffarmi nell'ultima opera di From Software e nonostante sono conscio delle sue qualità non riesco a non giocarmelo con un costante senso di insoddisfazione e di delusione per le prospettive future. Non solo come titolo non mi è piaciuto ma sento che mi ha arrecato un danno: Elden Ring ha rubato il mio tempo.

Perché provo queste sensazioni?

Elden Ring è di fatto un Demon/Dark Souls in un ambiente aperto e come un qualsiasi altro videogioco ad ambiente aperto l'intero mondo è tappezzato di punti di interesse che, come ogni altro videogioco di From Software, contengono armi, armature e/o pergamene uniche che ti fanno apprezzare genuinamente la loro scoperta. Tanti punti di interesse, tanti mostri e un continuo macinare di oggetti che ti riempiono la bocca e ti vengono spinti a forza giù nello stomaco. Un'ingordigia che ti fa dimenticare di cosa hai mangiato, che ti fa perdere di interesse per quello che stai mangiando ma che sai di dover continuare a mangiare per permetterti di consumare le ordinazioni successive.

Troppo.

Questa è l'unica conclusione che mi viene da prendere nei riguardi di Elden Ring: l'essere un Open World e allo stesso tempo essere pensato, ma non nel modo corretto, per il new game plus rende questo gioco la cosa più vicina dall'essere un videogioco senza fondo senza effettivamente esserlo. Di fatto richiede troppo al videogiocatore.

Non avrei mai avuto questa sensazione se la prima corsa potesse essere anche quella conclusiva e se nei fatti le corse successive fossero l'equivalente di un aumento della difficoltà con l'equipaggiamento salvato. Ma non è così, la seconda corsa è necessaria ma allo stesso tempo non è abbastanza importante per permettersi di dare qualcosa di effettivamente nuovo al videogiocatore. Pongo come esempio Dark Souls II che, per quanto criticato, la seconda corsa che era necessaria per il completamento presentava degli effettivi cambiamenti e dunque rendeva il secondo viaggio parte dell'esperienza di quel Dark Souls. Ma anche se avesse seguito quell'esempio, ne varrebbe la pena per Elden Ring?

Ho macinato almeno centocinquanta ore nella prima corsa pensando a come mi sarei dovuto rapportare nei confronti di futuri DLC, di come mi sarebbe piaciuto riniziare l'esperienza con un altra classe, di come trovassi profondamente triste che in questo videogioco, nonostante le opportunità, non presentasse eventi che cambiassero di fatto il mondo in cui era ambientato. Quanto sarebbe interessante se la seconda corsa fosse in un'ambientazione nata dalle ceneri della precedente? Avere le età che continuano a proseguire portando a un aumento della difficoltà ma allo stesso tempo alla nascita di un nuovo successore e via e via di ciclo in ciclo fin quando non si conclude o si azzera il tutto attraverso i due finali più estremi.

Sarebbe stato comunque un videogioco senza fondo? Si e forse posta in questo modo non mi avrebbe nemmeno rimosso il senso di insoddisfazione ma forse, e dico forse, mi avrebbe portato ad apprezzare sinceramente questo titolo.