Kurayami

Il pacifismo e l'ipocrisia che ostenta ignoranza.

Nel “magico mondo di internet” esiste una breve lista di argomenti che, se affrontati, permettono di osservare un'improvvisa irrazionalità di massa. Nata dalla paura o dall'ipocrisia, tale irrazionalità produce come materiale di scarto un'abnorme montagna di ignoranza, pronta per essere studiata.

L'argomento della lista che tratterò oggi è il Pacifismo.


Per il momento storico in cui ci troviamo se si è a conoscenza delle narrative che si stanno formando sulle varie fazioni si potrebbe pensare che con "pacifismo" io intenda la posizione di quelle persone che si vogliono dissociare dalla guerra in corso fra la Russia e l'Ucraina e che desiderano semplicemente la conclusione del conflitto senza badare al risultato e premendo, spesso, a giustificare le azioni della Russia con argomentazioni che si rifanno a una mentalità anti-statunitense. Non è questa la mia intenzione. La posizione pacifista di cui vorrei discutere è quella dello schieramento interventista, di cui anch'io faccio parte, che pone come premessa alla propria posizione l'essere dei pacifisti.

La trovo irritante.

Nella mia testa mi immagino un conflitto interno fra la propria rappresentazione dei "buoni" (in questo contesto, i pacifisti) dettata dalla propria educazione e dal proprio schieramento politico al desiderio, giustificato e argomentato nei modi più disparati, che l'Ucraina rimanga indipendente dalla Russia. Indipendenza su cui sono concorde ma tale condivisione è dettata da un egoistico interesse personale. Noi abbiamo interesse che l'Ucraina sia più vicina all'Europa. Noi abbiamo un interesse che sia democratica. A noi c'è ne fotte il cazzo della libertà dell'Ucraina.

Non posso che trovare fastidio sentire una persona che si riempie la bocca della parola "pace" per poi dare delle armi a delle persone che, non stanno combattendo per la propria libertà, stanno combattendo perché se tentano di fuggire a gambe levate finiscono rinchiuse in prigione ad aspettare di venire bombardati dai Russi. Eppure si parla di "pace" e di "libertà" e ci ingozziamo di quelle narrazioni eroistiche che paiono uscite direttamente dal periodo fascista.

Non c'è niente di male nel non essere pacifisti come non c'è niente di male nel voler dare valore a degli interessi personali piuttosto che alla vita umana tanto da giustificare l'esistenza o il prolungamento di un conflitto. Si, siamo come i Russi. Ma noi siamo noi e i nostri interessi sono i nostri interessi. Evitiamo dunque di riesumare quella mentalità religiosa per cui le nostre azioni, la nostra morale, debba essere giustificata come se fosse un fatto. Tutti hanno torto, tutti hanno ragione: non c'è ne deve fregare un cazzo. Non siamo giudici, non abbiamo alcun diritto di fare discorsi di questa natura, possiamo soltanto analizzare la complessità del presente basandoci sul passato ma una volta fatto questo l'unica cosa di importante sono i nostri interessi. E i nostri interessi non sono quelli Russi.

Se qualcuno volesse sapere da dove nasce questo sfogo che si guardi la sezione commenti di questo video di Breaking Italy.


Non si può parlare di pacifismo e di Ucraina senza fare almeno un accenno al fenomeno del momento, colui su cui non vedo altro che persone che ne prendono le distanze, che lo criticano alla stregua di un Montanari e che viene trattato come la propaganda Russa incarnata: Orsini.

Lo dico fin da subito, io di Orsini non ho ascoltato nulla. Tutte le informazioni che ho su questa persona derivano da un articolo scritto sul suo blog di una manciata di anni fà, letto in seguito a un video di Matteo Flora, e della miriade di video e commenti critici nei suoi confronti. Non riesco a voltarmi senza leggere una battuta su Orsini che si basa sulla sua codardia, malafede seguito da un vittimismo per cui questo personaggio debba rappresentare la maggioranza degli Italiani (e si sa, la maggioranza fa schifo) anche se i dati sono leggermente più complessi. La conseguenza di tutto questo bombardamento? Orsini inizia a starmi simpatico anche se penso che questo mi danneggi.

Non posso dire di convidivere il pensiero di Orsini per il semplice fatto che non lo conosco e nonostante tutte le bolle in cui sono immerso me ne parlino male non ho ancora letto una critica interessante rivolta nei suoi confronti. Si, ha detto delle mezze verità e propone narrazioni prettamente di pancia e possiamo considerarle delle stronzate da mandare al macero senza preoccupazioni, ma per il resto? Qual'è quell'elemento che lo rende alla pari di un Montanari tanto da poter trattare chi ha posizioni vicine alle sue alla stregua di un no-vax?

La mia posizione, interventista, non è supportata da tonnellate di letteratura scientifica e chi si oppone alla mia posizione non va contro alle leggi della fisica come un omeopata qualsiasi. Sono opinioni e con le opinioni ci possiamo al massimo tutti pulire il culo. Ritenere quindi una posizione non interventista come pericolosa, per quanto un'azione in tal senso può esserlo nei fatti, significa mettere la propria opinione alla pari di una verità scientifica. Significa ricoprire il ruolo dell'omeopata o del prete, significa diffondere delle stronzate come se queste stronzate fossero vere.

Mi hanno colpito in tal senso le obbiezioni a questo video di Wesa, un filosofo i cui contenuti ritengo parzialmente rientrare nella mia bolla, la cui posizione, contrariamente alla mia, vuole dare la priorità alla vita delle persone rispetto a concetti più astratti come "libertà", "democrazia" e del "bene". Si, anche del bene. In risposta a tale video si sono presentati dei commentatori che con la bandiera dei veri detentori del pensiero pragmatico si sono messi a parlare del "bene" e del "male" e di come non dovremmo preoccuparci degli Ucraini perché l'invasore sarà sempre e solo l'unico responsabile, in quanto l'invasore è il "male". Di come sono gli Ucraini che ci chiedono disperatamente le armi e di come loro stessi non vedono l'ora di combattere l'invasore Russo e di morire per la propria libertà. Uomini che tentano di fuggire dalla guerra? Non esistono, sono tutti patrioti alla ricerca dalla morte sul campo. Chi mai l'avrebbe detto che abbiamo degli Italiani così, pronti a scappare dal paese per uno stipendio migliore (o per semplice disprezzo del proprio vicino o del proprio governo) ma pronti a morire per combattere la dittatura.

Nonostante ritenga queste argomentazioni molto ideologiche e sentimentali, che stanno così bene espresse con un video di propaganda eseguito sulle note di qualche musica patriottica non vedo alcuna presa di coscienza di questo. Nemmeno l'ombra, piuttosto la loro posizione è un fatto. Non intervenire è una stronzata quanto la storia della memoria dell'acqua. Sulla base di cosa? Perché Hitl-

Questo mi da fastidio.

Il pensiero di Wesa non lo condivido ma non riesco a vederlo come intrinsecamente errato, le sue priorità su cui sono costruite le sue opinioni sono diverse dalle mie e fra quei commenti mi viene da vederci delle persone che non riescono a concepire tale conclusione. Si mettono le mani fra i capelli e urlano disperati perché uno dei loro punti di riferimento non è concorde con la loro posizione (poi chissà, magari è uno scherzo sul serio), posizione probabilmente fatta propria da un altro punto di riferimento. Gente pronta a chiedere il divorzio, che esprime la sua delusione e che ne prende le distanze.

Veramente è così scandaloso? Veramente non si può fare una discussione con un non interventista, con un parere neutrale o che semplicemente non vuole prendere posizione? (Citando il dibattito fra Odifreddi e Boldrin.) Fanno realmente così schifo le alternative?

Io in questo modo di porsi non ci vedo dei paladini della scienza, non ci vedo delle persone che vanno contro a chi afferma che la terra è piatta. Io ci vedo piuttosto un gruppo di pseudo-femministe che promuove la cancel culture perché dire a una donna di indossare i pantaloni invece che una gonna per diminuire le probabilità di uno stupro è sessista. Si. La colpa è sempre dello stupratore ma non si può fingere che l'estetica e il comportamento della vittima non possa giocare un ruolo e negarlo ti rende nei fatti una concausa; se ciò che interessa realmente è evitare che le donne vengano violentate sai qual'è la priorità e prenderne atto non ne fa un "fearful thinking".