Kurayami

Fra noia e apatia - Perché non posso occuparmi di videogiochi.

Ne sono lo stereotipo.

Nell'immaginare la persona nullafacente che sta sempre attaccata al computer, al "wanna be […]", al leone da tastiera, al pervertito, al boomer, all'hikikomori, al depresso in cerca di attenzioni e a qualsiasi categoria negativa in cui in qualche modo possa rientrare: Io mi ci rivedo alla perfezione, sia psicologicamente che fisicamente. Sono una forma che si adatta al rispettivo foro dell'incastro geometrico del degrado sociale e questa non è umiltà, visto che sono anche un fottuto egocentrico, ma è solo un momento di lucidità.

Una realizzazione che nasce da un breve riepilogo della mia vita: i tasselli c'erano tutti fin dall'infanzia. Inadatto alla convivenza. Procrastinatore. Pretenzioso. E devo fare molta attenzione ai termini che utilizzo in quanto conoscendomi potrei speziare il tutto con termini che considero, sotto sotto, dei pregi. La cicatrice sul volto che a parole sembra un difetto ma poi per la sua posizione e delicatezza rende il protagonista di turno ancora più scopabile.

Non ho solo dei difetti, sia chiaro. Sono anche una persona intelligente ma senza una cultura è un'intelligenza sprecata e oramai in deperimento. Ho superato l'età delle mille possibilità, sono nell'età dei traguardi e non sono ancora sulla linea di partenza: Ho procrastinato troppo e tutto ciò che mi rimane è una certa invidia per chi sta iniziando ora la propria corsa.

Io rappresento il fallimento di chi nemmeno ci ha provato.


Ma cosa ho fatto durante la mia vita? Mi sono intrattenuto. Sono una persona che si è ingozzata di anime, manga e videogiochi e che ora consuma ore della propria vita vedendo video su YouTube che nemmeno gli interessano. Passo quaranta minuti a vedermi video di Viktorlazlo88 invece di vedermi i film che recensisce, senza nemmeno interessarmi realmente di ciò che gli esce dalla bocca. Mi guardo video sulla critica, senza aprire neanche per sbaglio un libro su questa. Mi guardo ore e ore di contenuti di debunking tanto per farmi qualche risata su chi considero in una situazione peggiore della mia. Seguo polemiche, mi arrabbio per i commenti e mando ogni tanto a fanculo qualcuno.

Mi si potrà dire che qualcosa avrò pur imparato, ma non sono d'accordo. Certo, se una persona se ne esce con una stronzata dell'odore di bruciato riesco a percepirlo, riconosco alcuni personaggi e so quali evitare. O almeno, mi illudo di ciò. Ma non è niente di spendibile. L'interesse per manga e anime hanno portato un approfondimento di questi campi o del Giappone? Il giapponese continuo a non conoscerlo. Non so niente di sceneggiatura o di disegno. Videogioco da una vita, saprò qualcosa di videogiochi? Sulla storia, su come si fanno, su come criticarli o quant'altro?

Non sono un Caverna di Platone. Per quanto mi sono interessato della storia del medium seguendo le notizie, leggendo qualche libro, seguendo sporadicamente qualche sviluppatore e facendomi trascinare un poco dalle polemiche ho solo delle nozioni che non sono in grado di esprimere ne vocalmente e ne per iscritto. Posso solo dire "ah, la sapevo". Non so come si fanno. Si, ho giocato con Blender, Unity, UnrealEngine e quant'altro, ho i miei progetti ma sono di categorie così di nicchia che non so se sono anche solo considerabili dei videogiochi. Ma non ho una vera esperienza, non sono in grado di fare un qualcosa dall'inizio alla fine: dall'animazione, all'importazione, all'agganciarlo al personaggio senza che questo collassi per poi permetterne l'attivazione tramite la programmazione. Ci sono forse soluzioni alternative? Certo. Ma ho l'impressione di giocare sporco e non mi suscitano alcun interesse. C'è un motivo infondo se questo sito non è fatto con WordPress, no?

La critica. Ne ho giocati, ne ho giocati veramente tanti di videogiochi. Ne ho giocati così tanti che quando rivedo un film ogni tanto mi ricordo a cosa stavo giocando e dove mi trovavo con il personaggio in quella determinata scena. Mi ricordo mentre videogioco pezzi della mia vita, sensazioni di disagio, rimpianto e di gioia, ricordo le case in cui ho abitato, come erano disposti i mobili e ciò che mi immaginavo del videogioco in questione. Rigiocare a un videogioco può essere come la rilettura di un diario fatto d'immagini e sensazioni e in questo diario ci ho riversato praticamente tutta la mia vita. Ma io, di videogiochi, non so un cazzo. Ho provato, eh. Seguo critici che parlano della critica, che spiegano il videogioco come un Bressanini spiega come si cucina la pasta a fuoco spento. E seguo con interesse, mi piace… ma fino a un certo punto. Molti concetti li avevo già assimilati e rientravano già nella mia filosofia, sono razionali e coerenti, in particolare se si considera il videogioco un prodotto artistico. Ma non un prodotto autoriale. Per quanto mi possono illudere che lo sia, non ho di fronte un autore, non posso aspirare a diventare un autore di videogiochi, ma è qualcosa che emerge in un lavoro di gruppo e… non sono adatto a certe cose. Ma va' beh, non si parla più di farlo ma di critica, giusto? Si ma per quanto i concetti più basilari sono ben consolidati, ad aprire un manuale di Game Design mi cadono le braccia. Non perché sia difficile, non abbia voglia di leggere ma perché mi hanno fatto comprendere che i videogiochi a me non piacciono realmente o forse non ho semplicemente più l'elasticità mentale per apprezzare qualcosa di effettivamente nuovo nella mia visione delle cose che quando approfondisco, ora, questo argomento… è tardi, la nave è salpata, ho già costruito la mia visione e rifiuto qualsiasi cosa che possa rovinarla.

Per me è tardi, è sempre stato tardi.

Mi sento parte di quella percentuale fisiologica di scarto all'interno di una società e forse questo pensiero è un modo mio di deresponsabilizzarmi. Ma son sincero, considero le pippe psicologiche più campate in aria di quelle filosofiche, quindi evito di proseguire per questa strada.

Ora che ci penso… se da giovane mi fossi realmente tolto la vita, come ogni tanto fantasticavo di fare (ma che la si prenda alla leggera, era un modo di pormi non diverso dall'esempio della cicatrice che ho fatto in precedenza), almeno mi sarei evitato di sprecare tutto questo tempo. Ma non ne ho più la mentalità, non riesco a maturare nemmeno più quel desiderio, di maturare quella fantasia, è troppo tardi anche per quello. Ora a portarmi alla morte c'è solo una naturale inerzia, fatta di noia e apatia.


Lo so.

Quanto scritto con il titolo non sembra sposarsi proprio bene ma all'inizio volevo parlare di Final Fantasy XVI, pensa te.